Dal Blog di Beppe Grillo |
L'elezione al Senato dell'On. Grasso ha segnato la prima frattura del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle. Un evento su cui molti "Cittadini" minimizzano ma sul quale Beppe Grillo, dal suo blog, è stato molto esplicito e diretto: "Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S. Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze."
Un'interessante presa di posizione sulla quale propongo alcuni spunti di riflessione.
Vorrei partire dal presupposto che mi piace il metodo utilizzato dal Movimento per definire le liste dei candidati, per diversi motivi. Primo fra tutti, attraverso le parlamentarie il cittadino ha la possibilità di scegliere il proprio candidato. Inoltre, quest ultimo deve risiedere nel distretto elettorale dove verrebbe eventualmente eletto.
Questo schema anticipa quello che tanto vorrei vedere realizzato a livello nazionale perché da una parte elimina quelle che io reputo autentiche vergogne, e cioè la candidatura multipla in più distretti e le cosiddette liste bloccate. Dall'altra lega il parlamentare eletto al suo territorio di provenienza e lo rende inequivocabilmente responsabile davanti ai propri elettori.
Tornando alla votazione di ieri, questi devono essere stati i principi che avranno spinto la piccola pattuglia di disobbedienti grillini a disertare la decisione del gruppo di non votare per Grasso. Una cosa normale, se si pensa ai principi fondativi del movimento: decisioni prese sulla base della volontà e dei desideri espressi dai cittadini elettori.
Ecco perché ritengo il post di Grillo fuori luogo ed in contrasto con i principi del Movimento:
Parole forti, senza possibilità di appello.Nella votazione di oggi per la presidenza del Senato è mancata la trasparenza. Il voto segreto non ha senso, l'eletto deve rispondere delle sue azioni ai cittadini con un voto palese. Se questo è vero in generale, per il MoVimento 5 Stelle, che fa della trasparenza uno dei suoi punti cardinali, vale ancora di più. Per questo vorrei che i senatori del M5S dichiarino il loro voto.Nel "Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento" sottoscritto liberamente da tutti i candidati, al punto Trasparenza è citato:- Votazioni in aula decise a maggioranza dei parlamentari del M5S.Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze.
Ecco quindi alcune domande alle quali mi piacerebbe trovare delle risposte per capire meglio come il Movimento ha davvero intenzione di lavorare e di rappresentare gli italiani:
- Mettiamoci nei panni dei senatori del M5S eletti in Sicilia. Come avrebbero reagito i loro elettori se con una loro astensione avessero favorito l'elezione di Schifani? Che risposte avrebbero potuto dare loro?
- Considerato che il Movimento non si dovrebbe muovere secondo le tradizionali "logiche di partito" dove il vertice decide per tutti, può il voto a maggioranza del gruppo rappresentare sempre e comunque il bene comune di tutti gli italiani e le necessità specifiche del territorio rappresentato dal singolo "Cittadino" eletto?
- Che senso aveva ieri astenersi dal voto nel momento in cui si parlava di ballottaggio tra due candidati, nessuno dei quali espressione del Movimento?
- Per coerenza al rifiuto del voto segreto e trasparenza nei confronti di chi li ha votati, gli eletti del Movimento che hanno votato per Grasso non dovrebbero rendere pubblica la propria scelta?
- Tornando al post di Grillo, cosa intende dire quando dice che "Se qualcuno si fosse sottratto a questo obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze."? Sta parlando di richiesta di espulsioni o di dimissioni?
- Infine, quella di ieri è stata una votazione su un argomento di un certo peso ed ha già dimostrato come su questioni sensibili il voto di coscienza (o nel rispetto della volontà degli elettori di riferimento) ha avuto la meglio sul voto deciso a maggioranza. Quali garanzie di stabilità e governabilità può offrire il Movimento sul medio e lungo termine su questioni strategiche di interesse nazionale? Voti su temi legati all'energia, alle infrastrutture, all'ambiente, alle telecomunicazioni? Questioni insomma dove l'interesse nazionale deve passare per l'approvazione da parte di pochi (penso ad esempio alla TAV, o alla costruzione di nuovi impianti per la produzione di energia o per lo smaltimento dei rifiuti, o alla costruzione di basi militari o impianti di comunicazione)?
Domande alle quali sarebbe opportuno trovare delle risposte prima di un eventuale ritorno alle urne. Il progetto, così come è ora, sembra avere troppe criticità nel rapporto "Grillo-Eletti-Elettori" per garantire stabilità e governabilità.
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