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Il tema di quest'anno, lo stesso dal 2010 e fino al 2015, è Getting to Zero - Arrivare a Zero: zero nuove infezioni, zero discriminazioni e zero morti Aids correlate
Il Rapporto 2012 per la Giornata mondiale contro l'AIDS rilasciato dal Programma delle Nazioni Unite per l'AIDS/HIV, presentato lo scorso 20 novembre a Ginevra, riporta dati incoraggianti: il declino delle nuove infezioni da HIV nei bambini, l'area che ha forse ha visto dei miglioramenti maggiori; un numero minore di decessi causati dall'AIDS o correlati ad esso; un incremento degli investimenti per la risposta al virus da parte degli Stati nonostante il difficile contesto economico. Nonostante questi dati incoraggianti, nel 2011, nel mondo, 34 milioni di persone vivevano con l'HIV, 2.5 milioni hanno contratto il virus e 1.7 milioni di persone hanno perso la vita a causa dell'AIDS o patologie correlate.
Per quanto riguarda il panorama nazionale italiano, la LILA - Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids - in un comunicato del 23 novembre scorso ha fotografato la situazione sulla base degli obiettivi fissati dal tema "Arrivare a Zero":
Zero nuove infezioni. La notizia positiva è che finalmente è stato completato il servizio di sorveglianza nazionale sulle nuove infezioni da HIV. Sarà quindi possibile avere dei dati precisi, sia numerici che geografici, sulla diffusione e le modalità di trasmissione dell'HIV.
Zero discriminazioni. La LILA segnala anche quest'anno discriminazioni sul lavoro. Quella che ritiene più grave è l'esclusione dai bandi pubblici del Ministero della Difesa di coloro che risultano positivi al test dell'HIV. In contrasto, sempre secondo l'Ong italiana, con leggi nazionali ed internazionali secondo le quali tali esclusioni sarebbero illegittime.
Zero morti AIDS correlate. La nota positiva è la ricomparsa nel 2012 di fondi dedicati alla diagnosi di infezione da HIV. Ciò che si poteva migliorare, denuncia la LILA, è la mancata attenzione da parte del Ministero della Salute al tema della prevenzione.
Giornate come questa servono a tutti noi. Ci ricordano che esiste un problema che nei pensieri dei più si trova in luoghi lontani. Altri ci convivono. Molti invece ci combattono quotidianamente. Singoli, coppie, genitori, bambini e famiglie intere.
Infine, troppi ancora hanno paura di parlarne per timore di essere emarginati, esclusi o giudicati. Oggi è il giorno per provare a superare tutto questo. Senza speculare sui perché o sui come le vittime di questo virus lo abbiano contratto. Oggi non è neanche il giorno adatto per discutere su quali sono i metodi migliori di prevenzione, un tema oggetto di forti prese di posizione.
Oggi è il giorno della solidarietà, della consapevolezza e del sostegno, anche solo morale, all'impegno profuso da milioni di persone nel mondo per sconfiggere questo male. Mancano poco più di 1000 giorni per raggiungere gli obiettivi globali fissati dalla comunità internazionale, e c'è ancora molto da fare.