Il Doodle di oggi (fonte: www.google.it) |
Eppure, oggi, si parla più di primarie del centrodestra o del centrosinistra, del ReddiTest e dei commenti di Grillo, o della vittoria di ieri sera della Roma sul Torino. Si guarda già alla ricorrenza del 25 novembre della Giornata mondiale della violenza sulle donne così come al Festival del Cinema LGBT che inizierà a Roma venerdì prossimo. Neanche il conflitto a Gaza e i molti, troppi bambini che si contano tra le vittime sembrano motivare qualche riga sui siti delle maggiori testate. Per quanto più o meno importanti possano essere questi temi, nessuno di essi, oggi, mi sembra più rilevante e degno dell'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.
I bambini - e tutti sono d'accordo - sono un patrimonio. Rappresentano il futuro della nostra famiglia e della società. Sono la nostra proiezione nel futuro, così come noi lo siamo per i nostri genitori e le generazioni passate. E' per questo che i nostri figli sono un patrimonio da preservare, una risorsa più importante di quanto lo sono molte altre per le quali oggi spesso si finisce per fare la guerra. Sono risorsa economica, perché sono la forza lavoro del futuro, gli scienziati che porteranno avanti le ricerche di oggi e apriranno nuove frontiere della scienza. Ancora più importante, i nostri figli saranno i genitori dei nostri nipoti.
E' proprio questo continuum a farmi riflettere. Noi - la società attuale - ci fermiamo spesso a valutare e a pesare le nostre azioni guardando il mondo da una prospettiva temporale piuttosto limitata. Quella dell'"oggi". Ci sfugge a volte la realtà che ciò che noi siamo oggi, la società in cui viviamo, la moralità collettiva in cui siamo immersi è, ahimè, frutto in buona parte dello stesso e generalizzato atteggiamento della generazione che ci ha preceduto; e che noi saremo altrettanto responsabili dello stato morale, economico e culturale della società in cui vivranno i nostri figli.
Non mi stupisce che le generazioni che hanno vissuto le due Grandi Guerre (quelle dei miei nonni) abbiano poi generato e cresciuto figli e figlie capaci di ricostruire il mondo e rimetterlo in moto. Umiltà, spirito di sacrificio, solidarietà, amicizia, patriottismo, famiglia, lavoro, autosufficienza, dignità. Valori che oggi sembrano essere stati offuscati dalla crisi economica, dalla disoccupazione, dalle tasse insostenibili, dalla politica da rifondare, e sostituiti dal "chi s'è visto, s'è visto."
Attenzione, questo non è un atto di accusa intergenerazionale. Tutt'altro. E' un invito esteso agli uomini e alle donne che si sono formati su questi sani valori, ad aiutare e a promuovere i giovani di oggi che hanno a cuore un modello di società sano. Allo stesso tempo è un invito ai giovani di oggi che ancora credono in un futuro migliore per se stessi e per i propri figli ad assumersi le proprie responsabilità; a spronare chi li ha preceduti e che oggi magari ha il potere di prendere le decisioni per la collettività, ad impegnarsi davvero per il bene di tutti.
Tornando ai bambini, il problema è che spesso, in tutto questo, sono considerati l'ultimo dei problemi. Non votano. Non riempiono le piazze. A volte fanno audience in televisione, ma non sempre per i giusti motivi. Non pagano le tasse ma costano un sacco di soldi. Insomma, un cattivo investimento in termini economici.
Oggi milioni di loro soffrono, anche nei posti più insospettabili. Si, a volte anche tra le nostre mura domestiche. Altri combattono e imbracciano dei fucili. Perdono gli arti, la vista, e spesso la vita per combattere battaglie che non li riguardano. Lavorano e sudano in fabbriche o in campi in villaggi remoti dai nomi impronunciabili, spesso per produrre al più basso costo possibile molte delle cose che oggi acquistiamo e magari abbiamo a casa o indossiamo. Sono costretti a prostituirsi e a perdere la loro innocenza tra le mani di esseri immondi. Sono venduti, importati ed esportati come fossero merce al dettaglio. Senza andare troppo lontano dalla nostra Italia, a troppi bambini oggi vengono precluse opportunità di imparare a suonare uno strumento musicale, di praticare uno sport o semplicemente di giocare a "guardie e ladri" al parco. Ci vogliono troppi soldi per lo strumento musicale, non c'è tempo per portare i bambini al centro sportivo (e poi "le attrezzature costano"), e il parco dietro casa, se mai esiste, è spesso in uno stato di degrado tale che tanto vale farli giocare a casa.
Cerchiamo almeno oggi, per un giorno, un'ora, di ricordarci chi sono davvero i bambini e di cosa hanno bisogno. Per chi è religioso, sono un dono di Dio, spiriti speciali affidati alle nostre cure. Per chi non è religioso sono, nel migliore dei casi, il frutto desiderato dell'unione tra un uomo e una donna. In ogni caso, sono degli esseri umani che hanno diritto alla stessa dignità, libertà e protezione di qualsiasi altro essere umano. Cerchiamo nel nostro piccolo, di creare quelle condizioni favorevoli alla crescita culturale ed emotiva dei nostri piccoli. Spingiamo il legislatore e proporre leggi a sostegno della famiglia, che aiutino i genitori ad offrire un presente migliore ed un futuro promettente ai propri figli. Spingiamolo ad imporsi nei forum internazionali per garantire che anche l'ultimo dei bambini nel mondo possa avere almeno una possibilità. Almeno una.
Qualcuno può pensare che tanto non c'è nulla da fare e che le cose non potranno cambiare. Che la sua voce non può fare la differenza. Il mio sarà pure un approccio idealista e utopico, ma non ci credo. Se il parco vicino casa è in uno stato pietoso, prendiamo carta e penna e facciamo girare una petizione nel quartiere affinché chi di dovere possa essere messo davanti alle proprie responsabilità. In alcuni casi funzionerà, in altri no, ma alla fine potrò dire di aver attivamente affrontato e non subito le circostanze.
E se il mondo attorno a noi, compresa la politica, dovesse continuare ad ignorare questi messaggi?
Ricordiamoci allora che il "regno" di un bambino, tutto il suo universo, ciò di cui ha maggiormente bisogno è rappresentato dall'affetto e dai valori positivi che i suoi genitori sanno trasmettergli al meglio delle loro capacità.
La società, tutta, inizia tra le nostre mura di casa.