Un momento del dibattito tra Mitt Romney (sinistra) e Barack Obama (destra) |
Avendo seguito il dibattito sia in diretta streaming, sia su Twitter, l'impressione generale è stata quella di un Romney pienamente in controllo e di un Obama sorprendentemente in difficoltà. Nessuno aveva dubbi sulle capacità analitiche e sulle competenze sull'economia di Romney ma la sua capacità di tenere testa, ribattere e attaccare Obama punto su punto è sembrata a tratti disarmante. Il fotogramma scelto per accompagnare questo post riassume l'andamento di questo dibattito: un Romney aggressivo contro un Obama con lo sguardo quasi costantemente rivolto verso il basso.
L'effetto sorpresa di questo risultato è confermato se si guardano i sondaggi effetuati prima e dopo il dibattito. Alla vigilia, alla domanda su chi avrebbe vinto la prima sfida televisiva, il 56% ha indicato Obama, contro il 32% a favore di Romney (CNN). Poco fa, invece, in un sondaggio condotto dalla stessa CNN, il 67% degli interpellati ha indicato Romney come il vincitore del faccia a faccia, contro il 25% per Obama. Inoltre, il 35% ha detto che dopo aver visto il dibattito voterebbe Mitt Romney, contro il 18% a favore di Obama e il 47% di indecisi. Romney, infine, ha fatto meglio di Obama anche su altri indicatori: il 55% degli interpellati ha detto che Romney gestirebbe meglio l'economia del paese, contro il 43% per Obama. Il 58% poi vede in Romney un leader più forte contro il 43% a favore di Obama.
Minuti dopo la conclusione del dibattito anche Stephanie Cutter, deputy manager della campagna di Obama, ha ammesso che Romney ha vinto la sfida in "stile" e "preparazione". Ha poi attaccato il moderatore, Jim Lehrer, colpevole, secondo la Cutter, di non aver affatto moderato il dibattito. Un altro sintomo dell'insoddisfazione dello staff del Presidente.
Entrando nei meriti del dibattito, la grafica qui sotto riassume visivamente (in inglese) i termini utilizzati più frequentemente durante i vari interventi.
Le parole più utilizzate durante il faccia a faccia |
Nella trattazione di ognuno di questi temi, Romney è stato aggressivo, attento e capace di ribattere ad ognuna delle affermazioni di Obama. In alcuni casi, è riuscito a capitalizzare anche su alcuni interventi clamorosi di Obama, come la legge Dodd-Frank approvata dopo i disastri di Wall Street, che ne hanno fatto una sorta di difensore dei cittadini dall'arroganza dei grandi istituti finanziari. Romney, infatti, ha fatto leva più volte su alcune disposizioni di questa legge che garantirebbero a soli cinque grandi istituti bancari l'impossibilità di fallire, una specie di "immunità" o "assegno in bianco" usando i termini di Romney. Il tutto a scapito di banche di piccole e medie dimensioni e soprattuto dei contribuenti.
La brutta performance di Obama si è poi cristallizzata nella sua ultima dichiarazione. Mentre Mitt Romney ha chiuso il dibattito promettendo milioni di posti di lavoro, un Unione più forte e competitiva sia nelle questioni domestiche che nel panorama internazionale, Obama concludeva il suo intervento, come riporta Repubblica.it, facendo "un bagno di umiltà" che tanto sapeva di scuse e ammissioni ("non sono un presidente perfetto, ma ho promesso di combattere per i cittadini") e ripentendo lo slogan della "speranza nel futuro" già sentito nel 2008.
Così, dopo una veloce stretta di mano, Obama ha velocemente lasciato il palco a Romney e alla sua famiglia.
Ora sarà interessante vedere i riflessi di questa prima sfida sull'andamento delle intenzioni di voto degli americani. La sensazione è che questa sera Romney abbia dimostrato di poter essere un leader e, soprattutto, di poter mettere in difficoltà un grande oratore come Obama, il Commander-in-Chief. E le cose sembrano non migliorare per i democratici nell'immediato futuro. Jon Biden, attuale vice presidente, e Paul Ryan, candidato vice di Romney, si sfideranno il prossimo 11 ottobre in un faccia a faccia su questioni di politica estera e nazionale in cui molti commentatori vedono come favorito il giovane ed energetico repubblicano.