Ed è così che Giovanni Favia, con l'ingenuità di un principiante delle relazioni pubbliche e nel più classico dei fuori onda, ha certificato il sistema di governo tutt'altro che democratico interno al Movimento 5 Stelle, con Casaleggio e Grillo nei ruoli rispettivamente di mente e volto del partito.
Strumentalizzato? Caduto nella trappola tesa dal giornalista? Avrà forse ragione Grillo a prendersela con i media, tutti contro di lui?In realtà c'era da aspettarselo. In un movimento come l'M5S, che si regge totalmente sulla figura (costruita ad arte o meno) del leader, Beppe Grillo, non può esserci democrazia interna. Semplicemente, l'organizzazione non funzionerebbe più. Non sarebbe quella che è oggi.
I sostenitori, la base, il cittadino, ma anche il corpo dirigenti di un movimento di questo tipo possono partecipare alle discussioni interne, dibattere, proporre ma mai pretendere di poter prendere decisioni indipendentemente o senza l'approvazione del leader. L'unico modo affinché i movimenti che ruotano attorno al leader carismatico funzionino è che tutti, dal vice-capo all'ultimo dei sostenitori, si allineino dietro le decisioni prese dal vertice. Se si dovesse entrare in rotta con il vertice, l'unica cosa da fare sarebbe abbandonare il partito per unirsi ad un altro, oppure crearne uno proprio. Sostituire il leader non funzionerebbe né sarebbe probabilmente una strada percorribile.
Non credo ci sia comunque da scandalizzarsi più di tanto... di esempi ce ne sono diversi: il Pdl è di Berlusconi, Sel di Vendola, l'Idv di Di Pietro, Fli di Fini, l'M5S di Grillo. E qui non si tratta di mettere questi cinque leader sullo stesso piano. Semplicemente non lo sono, ma è importante riconoscere che l'esistenza e il successo di questi movimenti sono indissolubilmente legati alla figura dei rispettivi leader, dei fondatori, dei capi (più o meno) carismatici.
Si può pensare di sostituire Berlusconi al vertice del Pdl? Oppure un Di Pietro o un Fini a capo dei rispettivi partiti? Io credo di no, a meno che non si prenda in considerazione e si accetti di ridimensionare sensibilmente la propria quota di elettorato.
Se poi, come sostiene Favia, a guidare ideologicamente l'M5S fosse proprio Casaleggio e non Grillo, sarebbe interessante capire quale sarà la reazione dei "grillini": accettare Casaleggio o abbandonare Grillo?